Auguri, speranze, certezze, propositi

Auguri, speranze, certezze, propositi

Pordenone

Auguri, speranze, certezze, propositi.

Non scrivo mai molto, ma all’inizio di un nuovo anno sento doveroso farlo.

Inizio quindi con gli auguri. Auguri che rivolgo a tutti noi, soci e non, che in questa Cooperativa lavoriamo e magari crediamo anche. Auguri di avere tanta salute, serenità e leggerezza d’animo con cui poter affrontare un altro anno di lavoro e di impegni familiari.

La speranza è quella di superarlo indenni quest’anno e che a fine 2012 si possa ricominciare a vedere l’uscita da quell’interminabile tunnel che è la crisi. Crisi economica sì, ma anche di valori; della politica, anzi per meglio dire, dei politici che non ci rappresentano (quasi tutti), delle istituzioni che vacillano. 
Speranza di non dover assistere più alle brutture morali ed estetiche degli ultimi anni. Speranza che col nuovo anno non si confermi che saremo solo noi, lavoratori dipendenti, a dover contribuire a risolvere questa crisi economica. Speranza che le persone riscoprano il piacere della solidarietà e non la solitudine dell’egoismo. Speranza che l’Udinese ce la faccia a vincere ‘sto benedetto scudetto (tra il serio ed il faceto, così… per sdrammatizzare un po’).
Ma speranza anche che i soldi recuperati dall’evasione fiscale (perché ce l’hanno promesso che si farà la lotta all’evasione fiscale) possano dare più risorse per i servizi agli anziani, ai minori in difficoltà, alle persone con sofferenza psichica, ai disabili ed a tutte le fasce deboli e bisognose. Speranza che non si debba arrivare più alla fine del mese con l’acqua alla gola. Speranza che la Cooperazione sociale venga valorizzata per quello che veramente è, e non per quello che fa comodo pensare che sia. Speranza che si svuotino le carceri, non per un nuovo indulto, ma perché la gente non ha più bisogno di rubare e speranza che gli ex carcerati si reinseriscano velocemente nella società e nel mondo del lavoro (magari anche attraverso le Cooperative sociali).

Certezze… Poche ed alcune dolorose. La crisi ci farà soffrire. I nostri redditi varranno di meno. L’Iva, l’Imu, l’aumento dei ticket sanitari e della benzina si faranno sentire e ci faranno spendere di più. Berlusconi e Bersani continueranno a litigare su chi dovrà essere l’erede di Monti. Bossi continuerà a fare il talebano fino al prossimo apparentamento di comodo e Di Pietro continuerà ad ululare alla luna o al vento. Andremo in pensione più tardi e costringeremo i nostri giovani colleghi a sopportarci anche dopo i 65 anni.
Una piccola certezza positiva è che finalmente ci hanno rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro; non grandi cose, ma guadagneremo un po’ di più.
Itaca continuerà a lavorare sulla mutualità rivolta ai propri soci e con l’inizio di quest’anno potremo avere la sanità integrativa ad un costo molto conveniente. Ancora, Itaca ha chiuso un altro bilancio con segno positivo ed ha messo da parte il necessario a poter onorare i propri impegni verso i lavoratori e soci.
Giorgio Bocca non c’è più e sono sempre meno i “custodi del fuoco” della democrazia in Italia. Roberto Benigni ha portato al Parlamento Europeo una testimonianza diversa di come sono gli Italiani e del loro livello culturale, morale e intellettivo.

Il primo proposito che dobbiamo darci è di continuare a voler bene a noi stessi come persone. Questo potrà aiutarci a resistere e a fare rete, ad innescare circoli virtuosi che ci aiutino a superare il momento difficile. La Cooperativa è di per sé un circolo virtuoso, è nata per esserlo. Ne è uno straordinario esempio non fosse altro perché, guardando noi, siamo gli unici che ancora assumono lavoratori anche a tempo indeterminato. Ecco, in tempi in cui il neo-liberismo spregiudicato vacilla e dimostra tutti i suoi limiti, ritengo sia giusto proporsi di valorizzare e socializzare il modello mutualistico.
Un altro proposito: la partecipazione responsabile alla vita sociale e civile. Credo sia uno strumento quanto mai necessario soprattutto oggi. Giorgio Gaber cantava libertà è partecipazione. Teniamolo sempre a mente. Se non ci siamo possono decidere quello che vogliono. Chi? L’assemblea del condominio, l’assemblea dei soci della cooperativa, il consiglio di quartiere, il consiglio di classe, i partiti.
Sento sempre dire (e qualche volta sono tentato anch’io di farlo) che la politica fa schifo, che è una cosa da non praticare bensì da evitare. Dobbiamo, invece, riappropriarcene, a tutti i livelli. Dobbiamo partecipare attivamente alle scelte politiche. E, soprattutto, non dobbiamo perdere la capacità e il diritto di scandalizzarci e, sempre in modo non violento, di ribellarci quando è necessario. Non stanchiamoci mai di chiedere conto dell’operato delle persone cui deleghiamo l’amministrazione di una cosa che ci appartiene, sia essa la Cooperativa o lo Stato, perché, se dimostrano di farlo in maniera poco adeguata o troppo spregiudicata o, peggio, arbitraria, dobbiamo rivendicare il diritto di revoca della delega. Essendo convinti che il bene comune venga prima di quello personale, anzi, che il primo sia propedeutico al secondo, dobbiamo impegnarci, essere presenti e attivi.

Con l’auspicio che le speranze ed i propositi un giorno diventino certezze, auguro a tutti un BUON 2012.

Leo Tomarchio
Presidente (pro tempore) della Cooperativa sociale Itaca

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