Non è un gran contratto per i lavoratori
“Firmato il Contratto! Senza arretrati ed una tantum. Con tre tranches 30-20-20 dal primo gennaio, primo ottobre e nel 2013”. Con queste poche parole via sms Gian Luigi Bettoli, attuale presidente di Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia, ci ha informato alle 18.13 del 16 dicembre scorso che era stato siglato il rinnovo del Contratto collettivo nazionale delle Cooperative sociali.
“Un grande senso di responsabilità, a fronte della crisi che investe il Paese, ha condotto le parti a trovare un accordo per le lavoratrici e i lavoratori che operano nel settore della cooperazione sociale e le loro famiglie”. Questo il commento al termine della lunga trattativa che ha portato all’accordo tra Legacoopsociali, Federsolidarietà – Confcooperative, Agci Solidarietà e le quattro organizzazioni sindacali (FP Cgil, FPS Cisl, Fisascat Cisl e Uil FPL) per il rinnovo del Ccnl delle coop sociali.
L’accordo prevede alcune innovazioni sulla parte normativa che ne fanno uno strumento aggiornato alle novità del mondo del lavoro che si sono susseguite sul versante della struttura della contrattazione. “E’ importante sottolineare – concordano le parti che hanno firmato l’accordo – che si tratta del primo Ccnl che prevede l’istituto dell’apprendistato aggiornato al nuovo Testo Unico”. Gli aumenti retributivi a regime ammonteranno a 70 euro medi mensili e sono articolati in tre tranche: gennaio e ottobre 2012 e marzo 2013”.
“I termini dell’accordo – aggiungono i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali – potranno permettere alla cooperazione sociale di salvaguardare l’occupazione e in particolare di continuare a scommettere sul futuro occupazionale dei giovani”. (FDP)
Udine
Quando ormai non ce l’aspettavamo, dopo due anni di trattative kafkiane (perché ci mettono tanto? che senso ha perdere tutto questo tempo con un sindacato che dorme, fa finta di battere i pugni sul tavolo, non consulta né mobilita i lavoratori? …una vera simulazione di rappresentanza dei lavoratori) abbiamo finalmente avuto il ‘regalo di Natale’ del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
Valutazioni generali
Non è un gran contratto per i lavoratori – 70 euro lorde complessive, parametrate sul livello C1, pari al 5,4% di aumento a regime, nel marzo 2013, al momento dell’ultima delle tre tranches, la prima delle quali scatta all’1.1.2012 – ma è pur sempre un aumento realistico, in tempi in cui in altri paesi ormai le paghe vengono tagliate a colpi di decine di punti in percentuale, ed in Grecia si annunciano 150.000 licenziamenti di fine anno per i lavoratori del pubblico impiego (settore di cui oggettivamente facciamo parte pure noi).
Ed inoltre, avere ancora un CCNL in una fase politica in cui Pdl e pezzi importanti del Pd-l delirano di demolire le regole generali del mondo del lavoro, conquistate con decenni di sacrifici dai nostri padri e nonni, è comunque un bel risultato. Rimane comunque il fatto che l’indice di riferimento per gli aumenti contrattuali non è più l’Istat, ma l’Ipca, creatura degli ‘accordi separati’ dell’era Berlusconi+Cisl+Uil, sistema di calcolo che si tiene al di sotto dell’inflazione, per cui il valore reale del salario diminuisce inesorabilmente e non viene recuperato in sede contrattuale.
Questo per quanto riguarda i soci lavoratori, che scontano il fatto di avere dei sindacati generalmente ‘distratti’ da altre cose. D’altronde bisogna capirli: visto che sono i sindacati dei dipendenti pubblici, hanno da reggere le botte che gli arrivano dai vari governi locali-regionali-nazionali-europeo-Fmi-Bm-G8+20… Soci che scontano pure il fatto di avere a che fare con settori del nostro movimento – intere strutture regionali di Legacoopsociali, che hanno fatto ostruzionismo in questi due anni di trattative: e ci limitiamo a parlare di casa nostra, per questioni di garbo – e che forse hanno ormai scambiato il fatto di essere cooperatori con quello di essere padroncini.
Qualche fatto positivo c’è anche come cooperative: come il fatto che il CCNL non preveda né arretrati né una tantum per il 2010 ed il 2011. Quello che è una perdita per il singolo socio, è una sicurezza per la cooperativa di cui il socio è comproprietario. Chi ci avrebbe dato gli arretrati, i comuni ridotti quasi sul lastrico dalle varie manovre e dal ‘patto di stabilità’? Gli arretrati avrebbero avuto solo l’effetto di massacrare i bilanci delle coop, costringendo i soci a restituire (con allegati aggravi dovuti agli oneri previdenziali) quote per ripianare i deficit creati dall’esborso salariale straordinario.
Inoltre, il fatto di avere un CCNL entro la fine dell’anno è un elemento di riferimento per cercare di chiedere un po’ di revisioni prezzi. Certo, se il CCNL fosse stato firmato qualche mese prima, si sarebbero potute opporre nuove tabelle ministeriali del costo del lavoro in sede di gare d’appalto, dove conosce una nuova stagione il ‘massimo ribasso’ (A proposito, le nuove tabelle del costo del lavoro saranno elaborate entro l’anno, anche se si prevede che, tra presentazione al Ministero del Lavoro e pubblicazione, passeranno alcuni mesi: vedremo se la nuova ministra sarà veloce, tra una lacrimuccia di coccodrillo e l’altra…).
Qualche appunto sintetico di analisi del CCNL
Non è passata la banca delle ore in CCNL per la richiesta (che giudico assurda) delle parti cooperative di prevedere anche l’eventualità che il socio potesse trovarsi in situazioni di ‘debito’ verso la cooperativa. Ciò significa che ancora per i prossimi anni si andrà avanti con la stipulazione di accordi sindacali in sede aziendale: dove non ci sono, è il caso di farli presto.
E’ stato regolamentato l’apprendistato secondo le nuove norme legislative. Ciò apre due prospettive. Una positiva: cioè la possibilità di definire percorsi formativi che – attraverso una trattativa con la Regione – possano portare almeno a dei ‘crediti formativi’ per ottenere le qualifiche. Ed una negativa: la possibilità di vederci arrivare concorrenti che propongono prezzi ribassati grazie all’assunzione di una marea di apprendisti.
Ma c’è un dato in controtendenza, cioè un rafforzamento della norma sui cambi di gestione, che per la prima volta prevede la tutela dei ‘diritti acquisiti’. Noi in Fvg, con l’accordo regionale del 2005, lo facciamo già.
Dal 2013 è prevista l’introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa.
Sempre dal 2013 è prevista una nuova fase di contrattazione di II livello (regionale), nella quale è previsto uno ‘zoccolo duro’ di Ert – elemento retributivo territoriale, aggiuntivo alla retribuzione ex CCNL – chiamato ‘elemento di garanzia retributiva’ di 110 euro lordi una tantum, da remunerare comunque nel maggio 2013 se non fosse concordata una quota superiore. Cosa quest’ultima che direi difficile, visti i tempi che corrono.
Infine è prevista una procedura per i ‘piani di crisi’ nelle situazioni aziendali di difficoltà: anche in questo caso nulla di nuovo in Friuli Venezia Giulia, dove i piani di crisi vengono visti periodicamente in sede di Comitato Paritetico Regionale, e condivisi con grande senso di responsabilità dalle organizzazioni sindacali. In Regione c’è semmai da stupirsi che i piani di crisi li presentino quasi solo le cooperative aderenti a Legacoopsociali, il che fa temere che esistano altre forme di piani di crisi ‘casalinghi’.
Gian Luigi BETTOLI
Presidente di Legacoopsociali Fvg