Il metodo Gentlecare© all’Asp Solidarietà di Azzano Decimo
Azzano Decimo
Occuparsi di anziani oggi non è affatto semplice, occuparsi di anziani affetti da demenza o da malattia di Alzheimer lo è ancora meno. I dati sono preoccupanti e evidenziano un continuo incremento delle demenze anche in Italia. Tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e Alzheimer’s Disease International (Adi) hanno identificato come priorità sanitarie globali la malattia di Alzheimer e le altre demenze.
In questa prospettiva si inserisce “Il Metodo Gentlecare© nell’assistenza alla demenza: una migliore qualità di vita per le persone”, la giornata seminariale prevista giovedì 31 maggio presso l’Asp Solidarietà Mons. D. Cadore ad Azzano Decimo organizzata da Cooperativa sociale Itaca (che si è aggiudicata recentemente la gestione dell’Asp sino al 2015) e Gruppo Ottima Senior. Ai lavori prenderanno parte esperti del settore tra cui l’architetto Enzo Angiolini, la referente italiana per il modello Gentlecare© dott.ssa Elena Bortolomiol e la dott.ssa Laura Lionetti della Cooperativa Sociale Itaca, ovvero i tre soci fondatori del Gruppo Ottima Senior. Presenti anche il dott. Piero Angelo Bonati dirigente medico del Centro distrettuale disturbi cognitivi di Reggio Emilia e la dott.sa Marta Bressaglia coordinatrice della Cdr di Sacile nonché Lucica Grigore Oss nella Cdr sacilese.
Numerosi studi testimoniano che la progettazione e la gestione adeguata degli ambienti di vita per le persone affette da demenza riducono drasticamente i problemi di comportamento quali agitazione, aggressività e il girovagare. E attestano al contempo il rallentare del declino delle capacità funzionali con conseguente promozione del benessere della persona, diventando così elemento “terapeutico”.
Perché scegliere un modello di riferimento? “Il modello è un insieme di idee che serve a pianificare l’azione, è una mappa che ci orienta nell’azione – spiega Ottima Senior – e ci permette di sapere perché facciamo le cose che facciamo”. Perché Gentlecare©? “Gentlecare© è applicabile nei diversi contesti, è realizzabile con modalità diversificate a seconda delle risorse, si basa su fondamenti semplici e ci sollecita a rispondere costantemente a queste semplici ma essenziali domande: stanno bene gli anziani che ci sono affidati? Qual è la qualità della vita della loro esistenza quotidiana? Come se la cavano le loro famiglie?”.
Ottima Senior nasce nel 2005 a Pordenone per fornire risposte qualificate e complete, facendo tesoro delle competenze diverse dei propri fondatori: l’architetto Enzo Angiolini di Trieste, esperto in progettazione di strutture assistenziali per anziani e nuclei speciali per le demenze, la dottoressa Elena Bortolomiol di Treviso, referente italiano per il modello Gentlecare©, attiva in servizi residenziali per anziani, e la dottoressa Laura Lionetti, esperta in organizzazione di servizi per anziani e progetti di formazione, in rappresentanza della Cooperativa sociale Itaca di Pordenone, che gestisce servizi alla persona.
Oggi solamente 8 dei 194 Stati membri dell’Oms hanno in atto un piano nazionale sulle demenze. Alcuni Paesi, come l’India, hanno strategie nazionali, ma sviluppate da organizzazioni della società civile. Il rischio di demenze è già di 1 a 8 per gli over 65 e di 1 a 2,5 per gli over 85, l’impatto sarà sempre maggiore con il passare dei decenni anche perché, molto semplicemente, si vive più a lungo. In tutto il mondo ogni 4 secondi nasce un nuovo caso di demenza, un tasso di crescita pari a 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno – le stesse dimensioni delle popolazioni di Svizzera o Israele. In Italia si stima che le persone con demenza siano un milione, di cui 600 mila malate di Alzheimer, ma il nostro Paese non possiede ancora un Piano nazionale per le demenze.
E così Oms e Adi invitano i governi, i politici e le altre parti interessate a considerare le demenze una priorità mondiale di salute pubblica. Le demenze non costituiscono una parte normale dell’invecchiamento, ma interessano un sempre più alto numero di persone, e non solo nei Paesi industrializzati, ma in tutto il pianeta. Per questo, visto l’enorme costo della malattia, è necessario che i sistemi sanitari nazionali siano consapevoli della grande sfida che avranno di fronte e si attrezzino per combatterla al meglio.