LA STORIA DI SANDRO, UNA STORIA DI VITA
Caorle
Sandro è l’utente più giovane del “Sad” di Caorle. La prima volta che le operatrici di assistenza domiciliare fanno visita a Sandro, vengono subito colpite dalla sua storia che, a prima vista, sembra comune a tante altre storie di utenti seguiti a domicilio. L’unica differenza è l’età: 47 anni, 17 dei quali passati seduti su una carrozzina. Sandro è un ragazzo semplice, simpatico, con una voglia di vivere non da tutti. Il suo viso la sa lunga, ma ciò che traspare dal suo sguardo, al primo impatto, sono la tenacia e una grande forza d’animo che mai l’hanno vinto.
La sua vita viene segnata molto presto dalla morte del padre. Questa triste vicenda lo fa crescere in fretta, a soli sette anni deve fare i conti con la sofferenza che inevitabilmente lo segna nel profondo.
Gli anni passano, Sandro cresce, accanto al fratello minore Dario e alla mamma Valeria, una donna tenace, combattiva. Lei riesce a mantenere la famiglia lavorando sodo, facendo da madre e da padre. Riesce a trasmettere ai figli la grinta per andare avanti nonostante l’enorme fatica, insegnando loro a non arrendersi mai.
La vita non è stata dolce con Sandro. Nel 1995 è vittima di un grave incidente stradale mentre è alla guida del suo camion durante il lavoro. Perde l’uso della gamba e subisce numerosi interventi. La gravità delle sue condizioni lo costringe alla disabilità, impedendogli di essere autonomo come prima. La mamma Valeria non lo lascia mai, diventando per lui l’unica ancora di salvezza. Per lui le giornate passate nella spensieratezza e nell’autonomia si trasformano in un calvario. Abituato ad essere indipendente, deve fare i conti con la totale dipendenza agli altri per tutte le attività quotidiane.
Essendo stato un uomo di grande ingegno, acquisisce la passione per il traforo che gli fa realizzare dei capolavori. Costruisce con le sue mani oggetti bellissimi, trattori, macchine, casette e molto altro ancora, custodendoli gelosamente. Sviluppa inoltre la passione del collezionismo di motociclette come la “Vespa”, calamite di ogni genere e modellini di automobili. Distrae la sua mente attraverso queste passioni.
Dal 2002 subentra l’aggravamento, non solo a livello motorio, viene operato anche di un tumore intestinale che supera nonostante la grave disabilità. Viene ricoverato per due lunghi anni presso l’ospedale riabilitativo San Camillo di Venezia. I medici e gli infermieri vengono a sapere del suo talento innato per il traforo e gli propongono di realizzare una mostra dei suoi lavori. Nel 2004 viene allestita l’esposizione: è il primo paziente del San Camillo che la realizza.
Da qualche tempo, a causa di molte clonie alle mani, non riesce più a lavorare con il traforo. Per poter mantenere le sue passioni, Sandro svolge le sue attività attraverso la manualità di qualcun altro. Tutti i giorni è presente a domicilio una educatrice molto brava, maestra d’arte, la quale ha instaurato con lui un bellissimo rapporto amicale e di collaborazione, molto importante per la vita di questo giovane uomo. L’educatrice Carla è diventata le mani di Sandro, e realizza lavori meravigliosi che lui stesso si inventa. Sandro usa la mente e l’intelligenza e Carla usa le mani e la passione per il fai da te. Decorano con la tecnica del decoupage tegole in terracotta, decorano e restaurano vecchi mobili, realizzano lavoretti utilizzando il das, maschere in cartapesta, il cernit, pittura su piatti, dipingono quadretti, taglieri di legno e ogni genere di oggetto che può essere trasformato. I lavori vengono eseguiti all’interno di una casetta in legno, costruita dentro il giardino di casa, riscaldata d’inverno e fresca d’estate, un ambiente idoneo alle esigenze di Sandro. In questo luogo meraviglioso, tranquillo e soprattutto fuori dalle mura domestiche, Sandro comunica con gli amici attraverso un computer speciale per mezzo di Facebook. A causa delle continue clonie, Sandro non può usare una comune tastiera da pc. E’ stato necessario rivolgersi allo stato del Canada per l’invio di una tastiera speciale per disabili con tasti molto grandi e con mouse incorporato che in Italia non esiste.
Durante la chiacchierata con Sandro mi è venuto spontaneo chiedergli: “Hai mai pensato di vendere i tuoi lavori?”. Sandro sorridendo mi ha risposto: “No, non voglio venderli. Loro rappresentano per me i figli che una madre ha. Venderli significa perderli. Questi lavori sono pezzi unici e irripetibili. A causa delle clonie alle mani non posso più riprodurli. Separarmi da uno di loro sarebbe molto doloroso”. Effettivamente Sandro ha ragione a conservarli gelosamente.
Il servizio domiciliare di Caorle si è reso subito conto di come le cose possono funzionare nonostante la grave disabilità di questo ragazzo. L’esperienza di Sandro deve essere un esempio per tutte quelle persone che credono che essere disabili significhi la fine della vita. Sandro è molto stimolato ed è proprio attraverso questi stimoli che conduce una vita pressoché normale. Sicuramente la mamma Valeria ha reso possibile tutto ciò. Amministrando i sostegni economici offerti in modo ottimale per il bene del figlio, lottando per avere, garantendogli così una migliore qualità della vita. Per questo motivo Valeria ha ottenuto il merito dalla Caritas, con tanto di attestato, come “Donna Bontà 2013”.
Poi ci sono gli amici di Sandro che hanno organizzato partite di calcio tra giovani e anziani per la raccolta di fondi a favore del loro amico. Grazie anche a questi aiuti è stata acquistata un’auto che è stata adattata al trasporto di disabili. Attraverso gli spostamenti in compagnia dell’amica Carla, Sandro riesce ad avere una vita sociale all’esterno. Insieme fanno passeggiate all’aria aperta e si recano nei centri commerciali per l’acquisto di materiale da usare per i lavori manuali che scelgono insieme in modo accurato.
Lo scopo di questo articolo è quello di trasmettere speranza a chi non riesce ad averne. Sandro nonostante la sofferenza fisica e psicologica riesce ad apprezzare quello che la vita gli offre quotidianamente. Questo ragazzo è circondato da persone positive che hanno reso la sua qualità della vita migliore, un esempio per tutti noi.
Monia Bergamo